4 giugno 2018

Grazie Montagna


Insegnami montagna a ritrovare la mia dimensione, ad apprezzare il silenzio, a spogliarmi di ogni futilità, a conquistare ad ogni passo un pezzetto di me, solo con i miei polmoni, le mie gambe ed i miei occhi per ammirare tutta la bellezza che mi circonda.
Insegnami montagna a creare legami forti, ad unire chi all’inizio della giornata erano perfetti sconosciuti, grazie a quelle parole che danno vita ad emozioni che hanno il bisogno di uscire. Anche questo fa parte della magia della montagna, questa particolare scuola che insegna a donare, senza chiedere nulla in cambio perché la felicità dell’altro è anche la tua.
Siamo infinitamente piccoli mentre percorriamo l’ultimo tratto del versante ovest del Dolcedorme. Le nostre orme vivono di attimi per poi essere cancellate dal tempo. Qui è facile perdersi tra aria e cielo questo infinito senso di libertà che ci portiamo nel Cuore e nell’Anima. Saliamo con lo spazio attorno a noi!
Mentre salgo tutto quello che non è a posto trova in me la giusta collocazione, queste esperienze rendono ricca la mia esistenza e soprattutto riescono a farmi abitare meglio con me stesso.
Gli ultimi passi, poi la cima! Un attimo dove tutto si rilassa ed anche i sapori di un frugale pranzo si amplificano.
Dimentichiamo le miserie terrene, infinitamente grati per questo bene interiore che viviamo.
Guardo il volto dei miei amici. Sono felici, come coloro che approdano in un mondo nuovo che mai avrebbero immaginato di scoprire. Siamo pieni di gioia, di quella gioia che raddoppia quando la si condivide.
Raggiungere la stessa meta ti avvicina, abbatte le frontiere. Anche se ci sarà sempre qualcuno che ti andrà più a genio di un altro, quando cammini di fianco a una persona per molte ore al giorno in un ambiente non certo congeniale, riesci a cogliere i suoi aspetti più autentici, a scoprire cosa c’è dietro quella maschera apparente, anche solo per un momento, senza filtro, nella libertà di essere ciò che sei veramente!
Così come nella discesa, nel silenzio del sentiero, nelle lingue di neve che vorrebbero tirarti giù, tu e la paura, un piccolo brivido, una piccola vertigine che mette a dura prova le tue gambe ma che ti inebria come bagnarsi i piedi in un fresco torrente. Magia pura!
Ci attardiamo in un’atmosfera solenne, il suono dei campanacci ci accompagnano lungo i Piani di Pollino, il giorno è volato via intenso e pieno, intorno l’abbraccio dei monti. E’ inutile negarlo, solo ciò che si vive intensamente può diventare parte di noi.
Nelle ore trascorse assieme ci siamo raccontati le nostre vite, i nostri sogni, il nostro sguardo sul domani. Il vissuto della montagna si è depositato in noi strato dopo strato, per portarlo meglio dentro per il giusto tempo che ci è concesso di vivere.
E’ la montagna che insegna a stare bene, che cura, che ti affatica. E’ la montagna nascosta che parla muta, quella delle persone che resistono amandola e valorizzandola. E’ la montagna dello stordimento e della felicità, la montagna del rifugio, della vetta, della bellezza, della paura, la montagna interiore, della motivazione, della riflessione, dell’amicizia. E’ la montagna che insegna la Vita stessa.
Ci siamo aiutati quando ne avevamo bisogno con una mano tesa per attraversare un tratto difficile. Ci siamo emozionati raggiungendo assieme la vetta e trovandoci di fronte ad un paesaggio spettacolare.
Abbiamo riso davanti a un bicchiere di vino in un idillio montano che sa di altri tempi. Assieme per un giorno abbiamo percorso un piccolo pezzo di Vita, un’avventura che ricorderemo perché in noi ha lasciato qualcosa.
Grazie Montagna perché a volte stare con chi accompagno è come prendermi cura di ogni giorno che passa. E’ come trovare pace in un mondo inquieto.
Questo mio camminare per monti è incontro, rifugio, terra di approdo e provenienza.
Io la mia cima l’ho raggiunta da qualche anno, da quando sono arrivati i miei figli e con l’avanzare dell’età ho acquisito una maggiore maturità e sicurezza in me stesso. Da quando ho capito che non avevo più bisogno di sfide, di cimentarmi con cime dure, da quando all’istinto ho fatto prevalere la ragione e la coscienza.
Continuerò ad avere sempre bisogno, fino a che il corpo me lo consente, del confronto con la vastità, la fatica, la sete, la fame, la solitudine, la nebbia e la pioggia, il ghiaccio, la neve, con la bellezza e la paura, perché se smetto di vivere tutto ciò, se smetto di dialogare con me stesso, se smetto di intrecciare tutte queste emozioni diventerei incosciente ed è forse quello che sta accadendo all’umanità.
Quello che fa di un uomo non è l’orgoglio ma la sua coerenza. La Vita non è nulla se noi non le diamo un senso.
Grazie Montagna!

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