28 maggio 2018

Errare...


Siamo profumi, suoni, colori, vento, completamente parte del paesaggio, in un legame autentico che solo il contatto con la Natura sa intrecciare in istanti immensi che si perdono nella luce e nell’ombra del nostro errare.
Il sole brucia la nostra pelle mentre mosche e tafani banchettano sui nostri corpi sudati.
Questo errare è fatica e sforzo, poesia e racconto, energia e precarietà. Questo errare è rivelazione e mistero, luminosità interiore e tensione, un giorno fecondo dove ci si sente viandante più degli altri giorni. E’ una relazione col territorio che ci porta simbolicamente, attraverso i nostri passi, a trasformare i luoghi e darne un altro significato, l’essenza indomita e primordiale della Vita, l’essenza alla semplicità e alla solitudine.
La nostra scia lasciata nel grano villoso, traccia mobile ed evanescente, ci dà la certezza di aver vissuto questo luogo, di averlo attraversato senza fretta, contemplando e meditando il panorama sconfinato, uno spettacolo maestoso e solenne capace di suscitare sentimenti di terrore e fascino, rivelandoci indirettamente qualcosa su noi stessi.  
Innerviamo di luce questo idillio montano, momenti di scoperta e gioia profonda, le scarpe piene di polline, nell’aria profumi d’erbe selvatiche che altrove non si percepiscono più.
Mentre in molti sono catturati dalla rete mediatica del web, noi veniamo catturati dalla rete sottile della Natura, siamo completamente immersi tra terra e cielo come uomini arcaici che attendono da questi luoghi “deserti”  che qualcosa si riveli per mettere alla prova su se stessi il sentimento del “sacro”. Questa è la mia chiesa! Come un uccello fuggito dalla gabbia, la mia mente, la mia coscienza, corre libera, errante fra questi monti. 
Andate e perdetevi nei luoghi che avete sempre evitato, vi si aprirà un nuovo mondo a pochi passi da casa.

Nessun commento:

Posta un commento