8 dicembre 2016

San Nicola e il borgo ritrovato



C’è silenzio su via San Nicola, le persone sono tutte raccolte in chiesa. L’aria sembra ferma come racchiusa in un’ampolla di vetro, luccichii e riflessi dorati paiono depositarsi sul fondo della strada come batuffoli di neve. Pare di essere racchiusi in una di quelle palle di vetro da agitare, con all’interno la neve, un monumento ed una scena natalizia. Questa volta il monumento è una parte del borgo antico del mio paese.
La mia mano stringe quella della piccola Iris, mentre risaliamo “corso fettuccia” penso che il mondo dovrebbe essere così luminoso ed in pace con queste luci che riscaldano e quasi accarezzano.
Ad Iris non piace tutto questo silenzio, i bambini hanno bisogno di suoni e rumori per fare spazio alla propria fantasia, ma quando vede la slitta di Babbo Natale si convince di essere veramente nel “villaggio degli elfi” e che tra un po’, come spiegatogli, apriranno le porte ai grandi e bambini e ci sarà aria di festa.
La chiesa è veramente piena, sostiamo vicino al portone, poi decido di far visitare a mia figlia il “villaggio degli elfi”, i luoghi della mia fanciullezza. Eccoli, dalla Porta di San Nicola, mi vengono incontro i ricordi sorridenti della mia infanzia di un tempo felice quando il paese era vivo e brulicava di gente e rumori, prima che il buio arrivasse per spopolarlo troppo presto.
Ma adesso sono arrivate queste luci natalizie grazie all’impegno di un ragazzo pugliese, Vito, “nu forasteru” come dicono dalle mie parti, che è riuscito a scardinare la nostra mentalità conservatrice, creando in un gruppo di persone, per lo più abitanti del rione San Nicola, una sufficiente fiducia e collaborazione facendoli uscire da una logica individualistica. 
Lo dico subito, a me le feste religiose non piacciono, ma l’idea di ritrovarsi attorno ad un progetto per far rivivere una parte del mio allargato vicinato mi è piaciuta subito, se non che per il fatto di ritrovare persone e condividere con loro momenti di “magia” collettiva, dividendoci assieme pezzi di solitudine, di stanchezza, di gioia, di tristezza, di inquietudine, di debolezza, di forza e di allegria, in una sola parola dividendoci assieme pezzi di Vita.
A parte qualche esuberanza verso un certo tipo di arredo a mio avviso bizzarro e naif, Vito, con genuina naturalezza è riuscito a creare tra di noi, e non, anche un momento di riflessione sul tema della riqualificazione del centro storico, in particolare in quello di Via San Nicola da anni immerso nell’oblio come gran parte del borgo di Morano.
In questo groviglio di case, porte e balconi, le urla festose degli “elfi bambini” danno ossigeno a questi muri ed anche le ombre tornano a rivivere. Case ormai abbandonate come nidi silenziosi si rianimano, le pareti tornano a vedere e sentire passi umani, quelli dei bambini che sembrano tante rondini che tornano al proprio nido.
Via San Nicola è tutta un’unica scena, la gente è curiosa, si accalca, sembrano api che entrano ed escono dall’alveare, gli adulti, più eccitati dei bambini, sono più interessati a visitare la casa abbandonata che la scenografia realizzata per l’iniziativa natalizia, me ne accorgo da alcuni commenti che evidenziano quello che manca in termini di modernità e non quello che è stato fatto per addobbarla per la circostanza.
Credo che il rione San Nicola, come ho sempre pensato d’altronde, ha tutte le capacità creative ed operative per “fertilizzare” la comunità moranese, tuttavia è presto per fare un bilancio, anche perché la manifestazione è lunga e sono ancora tanti gli appuntamenti previsti nel programma natalizio.
Considerazioni a parte resta una manifestazione non inquinata da interessi economici, personali e visto i tempi, meno ancora inquinata da interessi politici, una manifestazione che vede nel suo perno la voglia di lavorare con passione e determinazione per un’iniziativa il cui unico scopo è quello di far sorridere i bambini e regalare un po’ di spensieratezza e voglia di stare insieme. 
Credo che alla fine, anche “cuma Rusina”, a cui nella casa abbiamo “rifatto l’arredo”, da lassù ci abbia dato la sua benedizione.

Le foto di questo post appaiono per gentile concessione di Antonello Parrilla

Nessun commento:

Posta un commento