9 luglio 2017

Verso la cima...



E’ difficile definire quali siano le motivazioni che ci spingono a salire sulle montagne. Lionel Terray, alpinista di fama mondiale, con felice intuizione, definiva i salitori delle montagne “I conquistatori dell’inutile…”. Per mia esperienza posso dire che io sono stato completamente rapito dal fascino dei grandi spazi naturali del Pollino, dall’infinita libertà di prendersi un po’ di tempo per se stessi.
Respirare questa libertà equivale a riempirsi i polmoni di cielo. Forse il motivo che ci spinge ad andare verso le montagne è dentro di noi, in quell’intreccio di sofferenza e bellezza, di desiderio e sfida che compone molte esperienze in montagna. In quella dolce lentezza che suscita passione. 
Riusciamo a percepirlo mentre viviamo un tramonto, un’alba, quando siamo immersi dentro una tempesta, oppure quando ci incantiamo a guardare le nuvole su vasti orizzonti. 
Sono stati tre giorni intensi ed indimenticabili, quelli vissuti con i componenti del CAI sez. di Monterotondo, organizzatrice del programma e di altri componenti del gruppo appartenenti ad altre sezioni CAI, quali quella di Rieti, di Amatrice e di Popoli. Tutti componenti facenti parte del “Club 2000 m.”, l’organizzazione che raccoglie i salitori “appenninisti”  delle montagne che superano i 2000 metri di altezza negli Appennini, appunto.
Le cime dell’Appennino Calabro-Lucano che fanno parte nell’elenco ufficiale sono: la Serra Dolcedorme, il Monte Pollino, la Serra del Prete, la Serra delle Ciavole con la cima sud e la cima nord, la Timpa di Valle Piana, la Timpa del Pino di Michele, la Serra di Crispo, la Serra del Pollinello e la Serretta della Porticella.
Vette che diventano conquista ma per me restano rifugio, trascendimento, non impresa sportiva ma emozione dell’ambiente, grandiosità del paesaggio.
E’ stato bello condividere le stesse emozioni e le vostre storie. Credo sia stato un arricchimento reciproco quello di aprire le porte ai racconti ed alla capacità di saper cogliere i colori della vostra avventura sul Pollino. Il Pollino è una montagna fatta di tante montagne, diverse e mute. 

Le parole e le immagini non riescono a spiegare il vissuto che questa esperienza ci ha lasciato dentro. Sono stati giorni calmi e meravigliosi risaliti e poi ridiscesi tutti a fil di cielo.
Colori, rumori e profumi. Terra ed aria. Stupore dei sensi e fragili presenze dove riconoscere il piacere puro dell’esistenza.
Ci sono momenti nella Vita che vorresti trattenerli per sempre vicino a te, fermarli per viverli all’infinito. Ma la Vita deve andare avanti, dopo gli arrivi continua con le sue partenze.
Ma le partenze sono sempre tristi. Ancora di più dopo tre giorni in cui abbiamo diviso la stessa fatica, lo stesso sforzo, la stessa sete, lo stesso sudore, respirato la stessa aria e vissuto insieme giorni pieni di sole e vento leggero. Giorni in cui abbiamo vissuto insieme l’austera bellezza del Pollino. Ma la grande potenza della montagna è quella di far abitare dentro agli uomini le emozioni e le esperienze condivise e per questo incancellabili e infinite.
Non dimenticherò i vostri volti e la vostra simpatia. Grazie per la bella esperienza vissuta insieme!

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