La luce brillante ed
i delicati colori pastello ci conducono verso un sogno ad occhi aperti di
vissuta libertà. L’orizzonte si apre ad ogni passo, sullo sfondo, di fronte a
noi, le alture assumono una dimensione di arte, mentre nuvole lanose
drappeggiano sulle cime. Contempliamo le forme e i profili delle montagne come
se contemplassimo dei volti per imparare a riconoscerli e ad accordarci con
essi. Forse nel preciso momento in cui compiamo questa azione di sguardo non
stiamo contemplando altro che lo specchio della nostra anima.
Ogni
roccia sembra vivente in questo infinito sali e scendi di rupi e pinnacoli. La
cima lontana della Manfriana Orientale sembra qualcuno pronto ad aspettarci.
Tra
farfalle innamorate e coccinelle che si posano in ogni parte del corpo, tra ragni,
coleotteri di ogni dimensione e colore, ci ritroviamo in un turbinio di
emozioni. Questo è il mio modo di vivere e di esprimermi, di rendere ricca la
mia esistenza. Per molti anni ho riempito me stesso ed ora sono capace di dare
agli altri. Grazie montagna perché nel tuo silenzio scopro verità!
Le
parole sporadiche parlano più di qualsiasi discorso, poi Giancarlo allunga
sulla cresta finale, in preda a chissà quale allucinazione. Io un po’ più giù
mi godo un momento di surreale pace meditativa e solitaria. Veloce mangio
qualcosa. Poi il silenzio mi assorda. Riprendo la salita, più su Giancarlo è
già sulla cima, lo raggiungo. Nelle cose di tutti i giorni spesso viviamo uno
accanto all’altro senza avere nessun contatto reciproco. Tra queste montagne
basta stare anche un po’ distanti per palpitare nei più profondi meandri del
cuore.
La
cima è una luce interiore, una tensione che si allenta verso l’infinito,
un’esperienza trascendentale che mi avvicina a qualcosa di divino offrendomi la
possibilità di riconoscermi e sentirmi parte di questo grande spazio.
Sulla
cima sazio la mia fame di gioia. Non c’è più nulla da attendere. Questa cima mi
porta via dove l’anima si fa carne. Su questo piccolo spazio ognuno se ne sta con
i propri pensieri a ristorare la propria anima, a fabbricare altri sogni.
Il
silenzio quassù ha molte voci. Raggomitolato sull’erba immagino la quotidianità
delle persone che, quasi duemila metri più in basso, si affannano nella calura
dell’estate.
Lasciamo
la cima al vento, nell’aria profumo di erbe. Siamo pieni di tutto. Circondati
da visioni sentiamo che la Vita ci cammina accanto e l’invisibile prende il
sopravvento!
Oggi
abbiamo vissuto l’inesprimibile. Solo chi lo vive direttamente può fermarlo nel
proprio cuore e renderlo tangibile nella propria mente. E’ poca cosa ciò che
rende un’immagine o una frase.
La
Manfriana Orientale è la montagna del mistero, forse dello spirito. Anche per i grossi massi squadrati sparsi sulla cima, lavorati e abbandonati da
ignoti scalpellini di epoca ellenica, forse il tentativo di edificazione di un
tempio. Certo è che la presenza di questi grossi blocchi resta un’affascinante
mistero archeologico. Indiscusso è il paesaggio che si scorge da lassù, qualcosa
di mirabile ed indescrivibile a parole.
Scendiamo
come anacoreti della nostra anima, fatti di cammino interiore saggiato con
tutti i sensi ed anche oltre.
La
stanchezza è tanta ma lo spazio creato da questa giornata dentro di noi è
qualcosa che rimarrà per sempre e che ci legherà per tutta la Vita.
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