Da bambino lo sentivo arrivare sulla faccia, a
volte freddo ed impetuoso, altre volte caldo e carezzevole. Era spettacolare
come l’aria anche se invisibile si manifestasse attorno a me con l’azione del
vento.
Con gli anni ho lasciato al vento le mie illusioni
ingenue, trattenendo solo questa mia natura carica di tensioni che si allentano
nella solitudine e nel silenzio. Con gli anni ho imparato a sentire la voce del
vento, a godere di essa, immerso nella Natura vissuta sempre come giorni
diversi.
La montagna mi ha dato, tra le altre cose, la
possibilità di diventare parte del vento. Proprio così, insieme alle rocce, agli
alberi, alle nuvole, ai boschi, tanto intima è diventata, negli anni, la
comunione con la Natura intorno. Perché alla montagna, in tutti questi anni, ho
riversato tutti i miei sogni ansiosi, le promesse, le delusioni, i contrasti,
le complicazioni, l’essenziale, le esuberanze, i fanatismi, le ribellioni, le
inquietudini, la fede, il sentimento, le mie fughe ed i miei ritorni. In tutti
questi anni ho riversato alla montagna la giusta misura di me stesso, nel bene
e nel male, nel giusto e sbagliato.
Mentre camminiamo, attraversando la faggeta del
Pollino, lungo il versante Nord, ognuno ricerca dentro di sé il desiderio di
esplorare e di esplorarsi. Il nostro incedere è un modo pulito di restare in
simbiosi con la Natura.
Usciti sul Piano di Toscano il paesaggio che viviamo
ci strega lo sguardo. Noto sul volto dei componenti del gruppo uno strano
brivido di piacere selvaggio. Gli alberi, le rocce, il vento, le vette
circostanti ed ogni altro elemento conferiscono al paesaggio un’ancestrale
bellezza.
Mentre lentamente saliamo di quota il vento urla,
le nubi, verso nord, ribollono nel cielo, il freddo morde.
Al cospetto di questa wilderness assoluta ognuno del gruppo si misura con la montagna e
con se stesso in un caos di sensazioni.
Risaliamo lungo la Serretta della Porticella. Il
luogo è di quelli misteriosi, orridi e affascinanti, severi e da fiaba al tempo
stesso. Il cuore batte forte, questa esperienza è impagabile.
Siamo storditi da questo immenso a cui non vogliamo
sfuggire, proseguiamo verso la cima di Serra di Crispo. Ad ogni passo un
esaltante entusiasmo si arricchisce di spirito, umiltà e stupore. Tutti salgono in
equilibrio tra sogni e pensieri.
Stiamo vivendo un momento magico fatto
di silenzio, dove ci rendiamo conto di come siamo piccoli di fronte a questa
immensità selvaggia, grande, dura, magnifica.
I colori irreali di tutto ciò che ci circonda fanno
rimanere incantati e senza parole. Siamo in cima.
Sulla cima magiche finestrelle di cielo trafiggono
i nostri occhi. Le nuvole si avvicinano a passi da gigante, sembrano vive, come
un’armata si agitano sulle nostre teste. Siamo immersi completamente nella
purezza del Pollino.
Ci riposiamo nel “Giardino degli Dei”, attorniati
dal silenzio, rotto solo dal sibilare del vento.
Il ritorno ci lascia profondi ricordi. Sono emozioni
dolci quelle che raccogliamo lungo il pendio. Irripetibili attimi di Vita
fuggono tra rumori silenziosi, momenti di gioia infantile. I profumi della sera
aprono il mio cuore a respiri sottili, sono attimi che mi accendono di luce
nuova. Colori si intrecciano nel cuore
silenzioso della terra.
Elementi misteriosi si fanno spazio dentro di me.
Istanti di sogno, interazioni profonde. Spariscono i forse perché in fondo oggi
tutto è stato possibile.
La discesa è vivere con lentezza ogni attimo della
Vita. Tra paesaggi e natura ancora padroni del tempo e dello spazio evocano
suggestioni tra nuvole imbizzarrite dal vento. E’ uno di quei momenti difficili
da spiegarsi. Ci rendiamo conto che intorno a noi qualcosa vive, palpita in una
dimensione sconosciuta: il Pollino.
Galleggio sulle mie emozioni. Sento l’umore dell’aria,
folate spazzolano i capelli ed accarezzano il viso, mentre il vento mi entra nell’anima.
Torno a casa di un giorno più vecchio, ma con la
possibilità, ancora una volta, di aver imparato cosa sta nel profondo, di aver
ascoltato il silenzio e visto l’invisibile. Alla fine il tempo lo portiamo
dentro di noi.
Nessun commento:
Posta un commento