20 giugno 2017

Il "Giardino degli Dei"



Da bambino lo sentivo arrivare sulla faccia, a volte freddo ed impetuoso, altre volte caldo e carezzevole. Era spettacolare come l’aria anche se invisibile si manifestasse attorno a me con l’azione del vento.
Con gli anni ho lasciato al vento le mie illusioni ingenue, trattenendo solo questa mia natura carica di tensioni che si allentano nella solitudine e nel silenzio. Con gli anni ho imparato a sentire la voce del vento, a godere di essa, immerso nella Natura vissuta sempre come giorni diversi. 
La montagna mi ha dato, tra le altre cose, la possibilità di diventare parte del vento. Proprio così, insieme alle rocce, agli alberi, alle nuvole, ai boschi, tanto intima è diventata, negli anni, la comunione con la Natura intorno. Perché alla montagna, in tutti questi anni, ho riversato tutti i miei sogni ansiosi, le promesse, le delusioni, i contrasti, le complicazioni, l’essenziale, le esuberanze, i fanatismi, le ribellioni, le inquietudini, la fede, il sentimento, le mie fughe ed i miei ritorni. In tutti questi anni ho riversato alla montagna la giusta misura di me stesso, nel bene e nel male, nel giusto e sbagliato.   

Mentre camminiamo, attraversando la faggeta del Pollino, lungo il versante Nord, ognuno ricerca dentro di sé il desiderio di esplorare e di esplorarsi. Il nostro incedere è un modo pulito di restare in simbiosi con la Natura.
Usciti sul Piano di Toscano il paesaggio che viviamo ci strega lo sguardo. Noto sul volto dei componenti del gruppo uno strano brivido di piacere selvaggio. Gli alberi, le rocce, il vento, le vette circostanti ed ogni altro elemento conferiscono al paesaggio un’ancestrale bellezza.
Mentre lentamente saliamo di quota il vento urla, le nubi, verso nord, ribollono nel cielo, il freddo morde.
Al cospetto di questa wilderness assoluta ognuno del gruppo si misura con la montagna e con se stesso in un caos di sensazioni.
Risaliamo lungo la Serretta della Porticella. Il luogo è di quelli misteriosi, orridi e affascinanti, severi e da fiaba al tempo stesso. Il cuore batte forte, questa esperienza è impagabile.
Siamo storditi da questo immenso a cui non vogliamo sfuggire, proseguiamo verso la cima di Serra di Crispo. Ad ogni passo un esaltante entusiasmo si arricchisce di spirito, umiltà e stupore. Tutti salgono in equilibrio tra sogni e pensieri. 
Stiamo vivendo un momento magico fatto di silenzio, dove ci rendiamo conto di come siamo piccoli di fronte a questa immensità selvaggia, grande, dura, magnifica.
I colori irreali di tutto ciò che ci circonda fanno rimanere incantati e senza parole. Siamo in cima.
Sulla cima magiche finestrelle di cielo trafiggono i nostri occhi. Le nuvole si avvicinano a passi da gigante, sembrano vive, come un’armata si agitano sulle nostre teste. Siamo immersi completamente nella purezza del Pollino. 
Ci riposiamo nel “Giardino degli Dei”, attorniati dal silenzio, rotto solo dal sibilare del vento.
Il ritorno ci lascia profondi ricordi. Sono emozioni dolci quelle che raccogliamo lungo il pendio. Irripetibili attimi di Vita fuggono tra rumori silenziosi, momenti di gioia infantile. I profumi della sera aprono il mio cuore a respiri sottili, sono attimi che mi accendono di luce nuova. Colori si intrecciano nel cuore silenzioso della terra.
Elementi misteriosi si fanno spazio dentro di me. Istanti di sogno, interazioni profonde. Spariscono i forse perché in fondo oggi tutto è stato possibile.
La discesa è vivere con lentezza ogni attimo della Vita. Tra paesaggi e natura ancora padroni del tempo e dello spazio evocano suggestioni tra nuvole imbizzarrite dal vento. E’ uno di quei momenti difficili da spiegarsi. Ci rendiamo conto che intorno a noi qualcosa vive, palpita in una dimensione sconosciuta: il Pollino. 
Galleggio sulle mie emozioni. Sento l’umore dell’aria, folate spazzolano i capelli ed accarezzano il viso, mentre il vento mi entra nell’anima.
Torno a casa di un giorno più vecchio, ma con la possibilità, ancora una volta, di aver imparato cosa sta nel profondo, di aver ascoltato il silenzio e visto l’invisibile. Alla fine il tempo lo portiamo dentro di noi. 

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