26 settembre 2016

Varcare la porta…dei quarant’anni



Varco questa porta, ancora ed ancora tra le braccia della Natura e della Montagna, l’inizio e la fine si incontrano di nuovo, godo di questa libertà che accresce in me la gioia di vivere, continuo ad avere fame di esperienza e non di successo. Questo respiro di aria e di cieli sempre diversi hanno lasciato dentro di me ricordi colmi di pace, salire sulle cime è diventato una specie di consolazione, godimento ed euforia allo stesso tempo.
Il tempo è come la felicità, non ce ne accorgiamo al momento, ci sembra tale solo a posteriori, eppure la felicità non è altro che essere se stessi e comprendere il senso delle cose. Il tempo è anche dolore, un dolore che a volte non si può misurare, un dolore che va guarito con il sentimento che scaturisce dalle nostre esperienze e che aiuta a sopravvivere.
Varcare la porta del tempo induce a meditare su me stesso e sulla “mia” montagna: madre, amica, compagna e complice di mille avventure. Quanto sole, freddo, pioggia, neve e vento abbiamo preso insieme, quante storie che hanno aggiunto colore alla mia vita e spero che ne aggiungeranno ancora! Quante emozioni che ho inseguito per catturare la bellezza! Quante immagini che custodisco nella mia mente!
Ho scoperto che la Natura è sempre giusta e che l’ingiustizia appartiene agli uomini. Non mi ha mai importato essere il primo o il migliore, mi ha interessato il poter esprimere me stesso, nel bene e nel male, provando e sbagliando, attraverso l’esperienza ho cercato di dare alla mia verità una meta piena di senso.
Il tempo mi ha imparato a riconoscere la gioia maligna degli invidiosi ed oggi che ho varcato questa porta ho smascherato le menzogne dei “buoni compagni”. 
Il mondo attorno a me cresce ed io svanisco. Perso nell’infinito andare su e giù di queste valli, misurando la mia Vita con gli occhi ed i piedi, obbedendo al ritmo del mio cuore e dei miei polmoni senza trucchi. Ho fiducia in me stesso e questo fluido aumenta il coraggio di osare e , si spera, superare ogni ostacolo, fino alla fine, fino alla radice…
Non mi accorgo del tempo che passa, lo percepisco sempre a posteriori quando riesco a comporre il mosaico della vita attraverso una sequenza temporale. Forse il tempo non esiste, forse è solo un’invenzione, tuttavia fa paura perché è ignoto e misterioso. Eppure in questi anni il tempo l’ho fermato e reso  anche eterno. L’ho fermato quando sono stato colto dallo stupore e dall’emozione, l’ho reso eterno attraverso l’Amore di Cesira e la nascita dei miei figli, argomento, questo, dei miei prossimi quarant’anni!  


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