Bisogna
viverle certe esperienze perché anche se semplici possono essere molto intense,
basta cogliere la pace, il silenzio, i moti dell’anima, primitive emozioni di
luoghi che a volte sono “angoli dietro casa” e che soprattutto si rivelano modi
alternativi di vivere l’esperienza della Natura facendoci apprezzare rapporti
“veri” vissuti occasionalmente lungo un sentiero o magari su una cima e scoprire
che a volte basta togliere tutto il superfluo per scoprire i valori più giusti
e gli affetti più sinceri e che noi non siamo altro che un piccolo puntino in
mezzo ad un pezzo di cielo dove il centro è ovunque e la circonferenza in
nessun luogo.
Nella
Natura del Pollino molti anni fa ho trovato la freschezza spirituale di un
bambino, sguardi fatti di luce splendente dove l’immaginazione andava oltre.
In
questi luoghi ho trascorso intere giornate recuperando energia e ritrovando me
stesso, galleggiando sulle mie emozioni ho sentito l’umore dell’aria mentre il
vento mi entrava nell’anima, senza nessuna pretesa di misurarmi con gli
elementi ma solo di fondermi con essi in equilibrio tra sogni e pensieri.
Nella
Natura del Pollino molti anni fa mi sono smarrito, in questo angolo appartato ho
scoperto i prodigi della Vita, nella piccolezza di un insetto, nella giuntura
della sue zampe e nella fragilità delle sue antenne ho scorto lì dentro un
nuovo abisso.
Nella
Natura del Pollino puoi ascoltare il silenzio dello spazio immenso intorno a te
accompagnato dal respiro degli alberi dove l’attesa senza tempo diventa luogo
di riflessione e raccoglimento ed è possibile ritrovare il vuoto interiore
schiuso in ognuno di noi.
Sulla
cima i miei occhi si riempiono di spazio immenso e l’odore del mio corpo si
spande nell’aria, un sentimento mistico si impiglia tra queste rupi, vengo
rapito dall’indomita bellezza della Natura del Pollino, questi sono giorni
fugaci fatti di vite comuni e segrete, risonanze di ricordi precisi fatte di
acqua, aria e vento, attimi di Vita irripetibili che fuggono tra rumori silenziosi
e momenti di gioia infantile. Sono profumi che aprono il mio cuore a respiri
sottili.
Lo
spettacolo della Natura è qui superbo e ci induce all’introspezione ed a
riflessioni sulla miseria e caducità delle cose.
Ci
rimettiamo in cammino, il passo riprende di nuovo ritmo, ci sentiamo liberi
mentre la luce calda filtrata dai rami crea un’atmosfera dolce e piacevole.
Siamo felici, di una felicità che sgorga spontaneamente e la gioia, questa
gioia è per sempre come un frutto di stagione in ogni tempo.
Attraversiamo
un sacrario immortale di cortecce e tronchi impregnati di resina come se fossimo
atterrati su un altro pianeta, incantati ed anche un po’ intimoriti da tanta
grandezza i pini loricati sembrano venirci incontro come ad abbracciarci con
mani sparse ed il fiato fatto di brezza che si infila tra i rami come una voce
che ammalia e rapisce il pensiero.
Ci
sentiamo piccoli, persi nel vuoto del cielo striato di nuvole, ma passo dopo
passo continuiamo a colmarci di esperienze, sensazioni ed emozioni mentre il
panorama muta verso un nuovo orizzonte.
Nella
Natura del Pollino “perdersi” comporta ritrovare se stessi, bisogna solo
prendersi tutto il tempo che ci serve e non considerare inutile la lentezza,
l’attesa ed il destino comune che ci lega quando camminiamo in gruppo perché da
questo impariamo ad ascoltarci, a crescere e prenderci cura di noi stessi.
Nessun commento:
Posta un commento