23 luglio 2018

Italus

Il luogo è di quelli particolari, unico, un ambiente di rupe estremo, un pendio scosceso di roccia salmastra che lo ha protetto da disboscamenti del passato e forse anche dagli incendi che in tempi passati hanno sicuramente interessato questa regione.
Una fascia rocciosa a quasi duemila metri di quota ha fatto da culla, nel 789 d.C., a “Italus” l’albero datato scientificamente più vecchio d’Europa. 1229 anni, un’altezza di più di dieci metri e un diametro del tronco di 160 centimetri. Il nome è stato dato in memoria del re di Enotria, popolazione preromana che governava questa regione.
La scoperta è avvenuta dopo un sondaggio di quattro anni realizzato dall’Università della Tuscia in collaborazione con gli studiosi dell’Ente Parco e dell’Università del Salento.
La datazione dell’età è avvenuta con l’analisi al radiocarbonio, l’albero ha un tronco cavo per cui è stato necessario prelevare dalle radici otto piccoli campioni di legno di pochi milligrammi. Grazie a questi campioni è stato possibile scoprire diversi picchi dell’attività solare come quelli avvenuti tra il 983 al 1003 d.C. e che in questa regione non sono mai stati studiati, picchi che portavano a vedere centinaia di anni fa le aurore boreali alle nostre latitudini ma che oggi provocherebbero danni ingentissimi ai sistemi di telecomunicazione ed ai satelliti.
Non solo, “Italus” ha memorizzato nei suoi anelli informazioni sul clima e sull’ambiente di centinaia di anni e che saranno analizzati dagli studiosi per trarne importanti informazioni.
“Italus” negli ultimi decenni ha ripreso a crescere, questo perché, a differenza di noi umani che abbiamo un invecchiamento programmato nel DNA, negli alberi questo non avviene per cui sono praticamente immortali. Ma tale ripresa dovrà sicuramente essere studiata meglio per comprenderne i fattori trainanti.
Di questo particolare albero, che vive solo con una parte della corteccia per decenni ma forse per tutta la vita, non si esclude ve ne possano essere altri ancora più longevi e scoprirli potrebbe aprire nuovi scenari in molti campi scientifici.

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