3 maggio 2018

Sulla cima di Serra Dolcedorme


Il viso cotto dall’altitudine, l’odore di terra, di umido e di neve ti rimane segnato nelle narici, mentre anche adesso che sono a casa riesco a sentire il freddo ululato del vento avvolgermi come una vertigine profumata. 
La cima di Serra Dolcedorme è quel luogo che non si dimentica, si è circondati da una solenne vastità, fatta di rocce e canaloni detritici. E’ un attimo dove rendersi conto che puoi scioglierti negli elementi fatti di luce, di neve e di vento. Oggi sulla cima è stato come trovarsi nel cuore di un immenso respiro.
Arriverà la mia ora e forse mi chiederò cosa ho fatto di bello?! Ho fatto  conoscere a tante persone, attraverso la montagna, parti di ignoto che non si scoprono ma semplicemente si ascoltano. E che i giorni più belli sono stati quelli in cui ho tolto via tutto, perché la montagna è il terreno di espressione più bello e più intimo su cui allenarsi. Attraverso la montagna ho conosciuto l’amore romantico e l’amore dell’amicizia.
Oggi siamo stati in vetta, sul Dolcedorme, perché un padre ha deciso di regalare al figlio, per il suo ventisettesimo compleanno, una salita in montagna. Detta così sembrerebbe una punizione, ma è stata una delle più belle salite mai realizzate, a combattere col vento a pieni polmoni e portare a casa tanta quiete e bellezza. A differenza di tanti abbiamo inseguito ciò che costa molto, ciò che richiede sacrificio e sudore, affidandoci interamente a noi stessi e con coraggio abbiamo tenuto testa alle nostre paure!
Sulla cima di Serra Dolcedorme non c’era nessun pubblico, nessun applauso, solo il rumore del vento. Che grande lezione!

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