Il percorso che porta sulla cima del Monte Cerviero si
può definire un “percorso minore” rispetto ai grandi itinerari interni al Parco
Nazionale del Pollino ma non per questo meno intenso nelle atmosfere e negli
scorci, anzi durante l’itinerario è grande la
varietà di forme e colori che si scoprono all’interno del bosco, tra gli
arbusti e le radure.
Durante questo “viaggio” ed attraverso la natura
scopriamo noi stessi, nuovi sentieri e nuove vie si aprono dentro di noi. I
sensi vengono stimolati dai rumori, dai profumi, dai movimenti, il gusto ha il
sapore maturo delle more, mentre il tatto segue le asperità delle cortecce ed
il profilo delle foglie.
Poi il silenzio profondo, perché la natura è anche
quiete che crea spazi dentro di noi e fa sì che al ritorno non siamo più gli
stessi, si ha la sensazione di aver acquisito o trovato qualcosa che ha
modificato il nostro corpo e la nostra mente, qualcosa di interiore
indescrivibile ed anche inspiegabile, ci sentiamo nutriti, purificati e meglio
“attrezzati” nell’affrontare i problemi della vita quotidiana. Si entra dentro
se stessi, ci si sconnette in qualche modo con l’esterno: solo allora il
viaggio interiore può cominciare. Coraggio, forza interiore, spirito di
adattamento, preparazione fisica e mentale, tenacia, curiosità, sono questi gli
strumenti con i quali intraprendere un “viaggio” nella natura.
Durante il percorso affino la mia sensibilità nel
riconoscere le emozioni dei miei compagni, le loro preoccupazioni o anche solo
il disagio. Mentre cammino e salgo verso la luce sento di essere fatto di
corpo, di pensieri ed emozioni. Imparo a liberarmi dall’ansia ed avere fiducia
nella Vita, perché come nella Vita, in montagna mettiamo in gioco noi stessi, il
nostro saper essere.
In giorni come questi ci si sente in simbiosi con gli
altri ed in perfetta armonia con se stessi e con gli elementi. Sono momenti
forti tanto più belli perché utili, tanto più preziosi perché unici. Sforzi
pesanti che però non si sentono, in un legame tessuto di fiducia e di amicizia.
Salire per il puro scopo di conoscere, di addentrarsi
in quei misteri che la montagna suggerisce ad ogni passo mi colmano di una
grande esperienza.
La sera mi abbandono al riposo, sento di esistere, di
aver fatto davvero qualcosa di speciale.
Grazie amici miei. Cieli sereni e buona montagna.
P.S.: alcune foto di questo post appaiono
per gentile concessione dell’arch. Carlo Forace e del prof. Aldo Jacobini che
sentitamente ringrazio
2 commenti:
Tutto cio' che scrivi e' molto bello, rispetta molto il mio modo di pensare e di fare nella vita. Credo che davvero in montagna possiamo ritrovare il mostro io. Domenica scorsa sono andato sui monti con mia moglie e mio figlio manu ,dopo aver bevuto un caffe' e scambiato quattto chiacchiere com amtonio il gestore del fasanelli, ci siamo addentrati nel bosco per fare delle foto. La luce che filtrava attraverso i rami dei faggi al tramonto era di colore oro,tutto intorno era fiabesco, ero pieno di gioia. Per un istante riaffiorarono nella mente le fiabe lette da piccolo,ero immensamente felice
Sono molto contento del fatto che con la montagna vivi un rapporto di equilibrio e pace interiore, una Madre accogliente capace di infondere in te ed in noi, “suoi figli”, la Gioia di Vivere. La montagna non è un nemico da abbattere e ne ha bisogno di essere un mezzo per stilare record arrivando chissà dove. L’andare in montagna è soprattutto “accarezzare” quei fili di luce che filtrano attraverso i rami e ritrovarsi tra le mani la Gioia di Vivere. Grazie per esserti fermato ancora una volta tra queste pagine. Cieli sereni e buona montagna.
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