Lasciatemi vagare tra labirinti di lance come
mucchio di foglie mosse dal vento. Lasciatemi sentire solo il crepitio dei miei
passi e ristorare il mio spirito in perenni rivoli.
Mentre attraverso la montagna il senso della mia Vita
fa lo stesso giro, dentro e fuori ne respiro l’essenza. Mi lascio navigare da
questo mare vasto, fatto di ruvidi profili e profondi abissi vuoti. Seguo la
luce e le nuvole che corrono. Risalgo e ridiscendo mentre accudisco la mia Anima
tra gli orizzonti nascosti di un’inaspettata foschia.
Sono abbandono ed oblio, mi perdo per ritrovare una
libertà originaria e primordiale, sono spazio nel silenzio tra angoli di cielo
nascosto, tra creste ora taglienti ora innalzate come grosse vene, divento vino
ed acqua fuggevole. Non so se io parlo alle montagne o se esse mi raccontino di
loro.
Gracile mi affaccio verso squarci di spazio vivo, un
universo estraneo precipita nel mistero per poi risalire incombente tra
canaloni ombrosi che risalgono ripidi verso merlature di luce. Timpone della
Capanna mi regala oggi un luogo che il mio animo sente così forte, questi
giardini di pietra sono il luogo ideale dove restare soli col cielo e se esiste veramente un dio oggi io ne faccio
parte.
Ci muoviamo tra forme tormentate che si innalzano,
si inseguono tra infinite pieghe, tra stretti canaloni si compenetrano intrappolando
tra le pareti grossi macigni, mentre pietre rimangono in bilico a sfidare il
tempo mosaici di vegetazione si annidano tra gli anfratti delle rocce, esili e
giovani pini loricati affondano le loro radici avide di vita nella nuda pietra
tra precipizi che si perdono nel vuoto.
In questa cattedrale amplifico le emozioni condivise,
a dispetto di quelle di tutti i giorni che stando gli uni accanto agli altri
sembrano vissute senza alcun contatto reciproco.
Lasciatemi trovare consolazione in questo mutare di
luci e cancellare così molte miserie, qui non esistono strade per arrivare alla
cima. Lasciatemi sentire cosa è davvero importante, lasciatemi trovare nella
fatica il mio riposo ed il mio svago,
perché bellezza e ricchezza si possono perdere ma la gioia provata qui può
renderti felice per tutta la Vita.
Lasciatemi sognare abbracci mancati, lasciatemi
smarrire tra i racconti del vento, soffi ineguali e irrequieti si dilatano
nella luce. Lasciatemi appartenere alla mia terra, lasciatemi sentire il
respiro delle sue pietre, questa bellezza che è frammento di Vita che si
allunga fino a non sapere dove.
Lasciate che io impari dal silenzio l’idillio del
paesaggio, attimi intensi ed indimenticabili carichi di emozioni e sensazioni
che solo la montagna sa donare, questo tenero coraggio di sentire la Vita,
questa forma di tanti amori che si dileguano col respiro, nuovi equilibri che
guadagnano spazio.
Che la luce di tutte le montagne sia sempre con me,
con la mia passione, il mio entusiasmo, la mia malinconia e che nel silenzio
possa trovare le mie risposte, quel conforto che anima la speranza e non fa
perdere la fiducia.
Nessun commento:
Posta un commento