1 luglio 2014

Spiriti nell'aria


Colle dell’Impiso. L’aria frizzante della mattina da subito invoglia i componenti del gruppo ad una fondamentale capacità di adattamento. Oggi per vivere questa esperienza sarà necessario sporcarsi di terra rossa, sarà necessario respirare gli odori del bosco, necessario sarà affidarsi alle emozioni, alle tracce del passato, agli imprevisti, alla solitudine, al terreno ignoto ed al fiato sospeso, con l’occhio sempre verso il sentiero per non perdere quota perché la “dea addormentata” non si concede facilmente per raggiungerla. Bisognerà superare se stessi facendosi spazio tra le proprie paure riappropriandosi del mondo intorno senza nessuna barriera .

Chi “viaggia” con me non pensa solo a raggiungere una meta, a spostarsi da un luogo ad un altro, ma gode degli infiniti silenzi del bosco, coglie forme, dettagli e immagini. Chi “viaggia” con me si riappropria della lentezza, condizione essenziale dell’andare per i monti. Perché sui sentieri bisogna riappropriarsi del tempo perduto tra la difficile dimensione della quotidianità e dare ascolto alla natura ed alla propria interiorità.
L’aria è carica di magia, il cielo è luminoso e indefinito, tra gli alberi i seni dei monti, il vociare allegro del ruscello, sogni e fantasie, pensieri e domande, sorrisi e poi ancora fertili silenzi, gli spiriti dell’aria ci prendono per mano “loro sanno cosa ci attenderà oltre”.
I nostri passi sul sentiero generano un ritmo ancestrale di spiriti in movimento, il sole colora la nostra pelle nutrendo l’anima, mentre gli occhi, gioiosamente avidi seguono le esigenze dello spirito.
Su, di nuovo dentro il bosco fianco a fianco con il fiato ansimante su un terreno viscido di fanghiglia fino a raggiungere quell’ampia chiazza bianca di neve, osservata da giù e adesso, quasi a non crederci, possiamo toccarne la freschezza, accompagnando i nostri passi verso un altro mondo.
Lentamente la luce si fa sempre più tenue, grossi nuvoloni grigi ci sovrastano, svaniscono i colori. La cima lassù accende il desiderio e cattura sogni, emozioni, paure e gioie. In un’atmosfera quasi autunnale tra filamenti che lambiscono le rocce arriviamo in cima. La chiamano Dolcedorme, la montagna che dorme dolcemente, per via di quella silhouette di dea addormentata con le mani conserte e i capelli rivolti all’indietro.
Stretti gli uni vicino agli altri, abbracciati nella foto di rito, ridiamo ed al tempo stesso combattiamo, con qualche indumento in più, il vento ed il freddo pungente.
Poi la discesa, ognuno perso nei propri pensieri e nella propria fatica, zigzaghiamo nella carne viva della montagna tra ciuffi di nebbia e correnti ascensionali, superiamo ometti di pietra di ogni dimensione quasi come dei chorten tibetani tra fantasie di nuvole e montagne, sentiamo lo spirito leggero e molti fantasmi prima dell’ascesa adesso d’incanto diventano spiriti e folletti.
Vedo visi sorridenti ma affaticati, il passo un po’ claudicante ma che ancora tiene duro, è lunga la via del ritorno.
La lentezza, assaporiamo la lentezza perché qui si va al passo della montagna tra suoni di campanacci nell’immenso di una natura severa ma generosa. Perché oggi, amici miei, la montagna è entrata nella vostra Anima attraverso la fatica ed il sudore, vi ha accolto prendendosi qualcosa di voi e lasciandovi qualcosa di suo, diventando parte della vostra pelle e dei vostri ricordi, alleggerendovi il petto e donandovi pastelli nuovi per colorare meglio la vostra Vita.
Sono emozioni tutte personali che maturano quando in montagna ci vai con umiltà ad ascoltare, ad imparare, ad apprezzare le piccole cose. Quando la fatica prende sì il sopravvento ma il paesaggio improvvisamente cambia e tu sei pronto nuovamente a farti catturare il cuore.
Nelle luci della sera, nelle ombre del bosco che si distendono per il meritato riposo io non dimentico i vostri visi anzi vi dico di non disperdere questo fuoco che sgorga dal profondo!
Possa questo cielo vegliare su di noi, fino al prossimo incontro, quando forse tra un anno ci rincontreremo…dove? Dove ci porterà l’Amore per le nostre montagne.

Per me a sera, abbracciato ai miei figli mi scopro a sognare nuove strade, nuove storie da scrivere, nuovi ricordi da dipingere, nuove mani da stringere. Sono molto stanco, ma di una stanchezza dolce e delicata che scivola nel mio sangue e scalda emozioni. Sto bene colmo di possibilità ho la percezione viva di essere un esploratore di sentieri montani oltre che di percorsi intimi ed umani, un disegnatore di tracce, un cercatore di Dio!
Alcune foto compaiono per gentile concessione dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Montesila

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Spero che i tuoi "ospiti"siano ritornati a casa pieni di emozioni nuove e pieni di voglia di scoprire posti incantati che solo i nostro monti ne sono i custodi. Ti auguro di fare ogni volta nuove escursioni ,piene di gioia e di pace interiore. Un abbraccio a presto.

Nuwanda ha detto...

Grazie di cuore per le belle parole e per la tua visita. Auguro anche a te tanta pace e gioia. Un abbraccio ed a presto.

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