Mi chiedo cosa spinga molta gente oggi a questa moda dei pellegrinaggi verso Roma, San Giovanni Rotondo, Medjugorje, Lourdes ed altri luoghi creati ad hoc per il consumismo e il business, dove non si gode certo di nessun silenzio ma di tanti frastuoni. E poi, tutti a stringere la mano a questo Papa che avrà ridato un po’ di umano a questa Chiesa ma che non riuscirà certo a cambiare un bel niente. Mille e più anni di strapoteri e prepotenze non si cambiano certo con un papato. Cosa ha poi di spirituale un viaggio ad aria condizionata, mangiando un panino in qualche area di servizio con tutti che consumano tutto e mai l’essenziale, con la paura di essere derubato, la fuga ai ricordini, dopo aver fatto ore di fila per essere “esaminato” e magari non poter nemmeno entrare perché disabbigliato, come se a “contaminare” gli uomini siano le immagini viste con gli occhi e non i sentimenti che escono dal cuore. Questi pellegrinaggi moderni vengono vissuti alla stregua di una gita, ci fanno sentire meglio psicologicamente ma dentro di noi non smuovono nulla, perché il vero pellegrinaggio porta con sé la penitenza, il sudore e la fatica. I pellegrinaggi “moderni” sono tutt’al più gite culturali ed artistiche, valgono il prezzo del biglietto, al massimo il costo del carburante.
I miei sono pensieri d’autunno mentre sono diretto a Pollinello per poi salire a Celsa Bianca lungo la cresta ovest. Pensieri d’autunno mentre vedo a terra centinaia di alberi tagliati che di spirituale, questi sì, hanno più di mille viaggi con l’autobus a Piazza San Pietro. No, non ho nulla contro la Chiesa, sono invece contro quella Chiesa che si è soffermata nel valutare le persone dall’abito e non da quello che hanno nel cuore, sono contro le troppe regole imposte per adorare il nostro Dio che non giudica, mentre la Chiesa sì!
Non è più credibile una Chiesa che siede e banchetta ai tavoli dei potenti, mentre si allontana dai bisogni interiori delle persone, dai deboli e dagli afflitti. Come può pretendere questa Chiesa di parlare di famiglia quando in Italia la famiglia non gode di nessun sostegno, di nessuna politica sociale seria, eppure la Chiesa non denuncia questo scandalo perché è complice con i poteri della stessa malapolitica. Oggi le famiglie italiane sono costrette a fare la spesa a rate, intere famiglie si suicidano perché non hanno più nulla da mangiare pur conducendo una vita normale e senza sprechi, per non parlare degli anziani, i nostri nonni, tutt’altro che felici, in molti ormai nelle grandi città razzolano nei cassonetti dell’immondizia, uomini e donne che hanno lavorato una vita intera, fatta di sacrifici e privazioni si ritrovano oggi a raccattare avanzi come accadeva nel 1945. Allora c’era la speranza di un futuro migliore, tutto da ricostruire. Oggi purtroppo ci hanno tolto anche quello. La Chiesa continua con i suoi circhi mediatici, fatti di canti e suonate al pianoforte, supportata da una cattiva informazione e da giornalisti deviati che non fotografano la realtà terribile del momento, anzi c’è ne ripropongono una tutt’altro che reale. Per non parlare dei locali della Chiesa adibiti a commercio, eternamente esenti da imposte, ci vuole forse altro per cacciare i mercanti dal Tempio, mentre i padri di famiglia pagano le imposte sulla casa realizzata con tanti sacrifici per donarla ai figli.
La spiritualità è qualcosa che abbiamo tutti dentro di noi, che reprimiamo a volte facendocela sopraffare dall’inquietudine, dalla rabbia, dai sentimenti cattivi che l’uomo si porta con sé, da questa società che ci stanca senza fare fatica, che ci fa venire sete senza voglia di bere, abbiamo dimenticato di ritornare all’essenza, presi dalla smania di arrivare, dalla fretta di finire per poi avere più tempo da gestire, in realtà inseguiamo il nostro tempo senza raggiungerlo mai.
Ed è terribile constatare come si stia diventando schiavi del lavoro, dei problemi, dei soldi, dei propri capi che comandano e di come stiamo distruggendo le relazioni delle persone che vivono insieme. La paura non è più quella di perdere un caro, ma il lavoro, il posto in questa società e in questo sistema di cui siamo ormai assoggettati.
La Spiritualità la cerco all’interno del bosco, nel contatto freddo e caldo delle rocce, tra le fronde di pini persi a fil di cielo, tra nebbie che giocano tra dirupi altissimi, tutto ciò mi conduce alla pace con me stesso, come se, lottando in continuazione con il mio io, qui mi riappropriassi della perduta serenità, tra queste nebbie che mi nascondono le profondità, grazie a questa fatica cercata e mai doma nell’esaurirsi, fatica che aiuta a capire se stessi.
Quanto di spirituale c’è in questa nebbia e di quanto mi stesse facendo da schermo con il resto del mondo! Mi schiacciava e spingeva verso la montagna mentre fluttuava e saliva con leggerezza, anch’io la imitavo ma ahimè non con la stessa agilità.
Le religioni vengono tutte dalla montagna, il punto più vicino al cielo, si pensi al Sinai, all’Ararat, alla vetta di Jabal al-Nur per i musulmani, al Kailash per i buddisti, la montagna è sempre stata paragonata come un trampolino per la spiritualità, ed io per questo vado e torno in montagna: per un bisogno di spazio attorno, per crearmi il mio perché delle cose, per dialogare con qualcuno più Grande di me, per la curiosità di voler conoscermi fino in fondo, per ritrovare la perduta poesia e l’umanità semplice, per andare al di là della nebbia e guardare oltre… e sentire occhi che mi percorrono, sguardi amici che non ci sono più ma che mi vogliono bene, ogni passo è una traccia che lascio, una scia che vive e si basta in quell’attimo.
Chissà se sono un pubblicano o fariseo, di certo sono un peccatore che crede nella Spiritualità di un abbraccio sincero tra due persone, nella condivisione semplice di un poco da mangiare, perché forse alla fine abbiamo smarrito tutti la sincerità venduta a questa società dell’apparenza, di certo non ho bisogno di cercare Dio e Cristo all’interno di una chiesa, tra occhi che ti guardano e scrutano indiscreti, cerco Dio nella Natura perché “Esso si fa conoscere attraverso l’armonia e la bellezza del Creato” .
Da qualche anno si rincorrono nella mia anima questi pensieri d’autunno, da quando un parroco di paese non mi ha assolto dalla confessione, perché il mio peccato “originale” è quello di Amare e Vivere con una Donna che non ho sposato, la mia colpa è di aver scelto l’Amore al sacramento degli uomini a cui un giorno credo cederò. Se lo farò, la “colpa” o il merito sarà invece di un Parroco Pellegrino che ama viaggiare con fatica e sudore lungo il Cammino di Santiago. Lo dovrò a don Gianni che da queste pagine virtuali sento ancora una volta di ringraziare perché ha accolto me e la mia famiglia giudicandomi con il metro del Cuore e non attraverso il giudizio degli uomini.
Ogni giorno possiamo far diventare il nostro cammino terreno un grande Pellegrinaggio, basta riscoprire la nostra vera Umanità e ritrovare la perduta Spiritualità degli uomini, facendolo attraverso la Natura e la Montagna, un mezzo per conciliare la nostra anima a Dio.
2 commenti:
Sincero. Concordo totalmente.
Cesira
Grazie Amore Mio...
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