Credo che nulla accada senza
Amore e senza rispetto per se e per gli altri, questo andare da solo per
montagne mi da tanta forza, tanto equilibrio. Per me è necessaria questa
condizione per essere in armonia con gli elementi, con gli spiriti che abitano
da sempre la montagna. Quando si è da soli e lì che si ritrovano le motivazioni
più intense e la sicurezza nelle proprie capacità.
Questo mio andare tra cieli
immensi, silenzi e spazi infiniti è una medicina per l’anima, la mente e il mio
cuore. Tuttavia devo riconoscere che da quando ci sono i figli, la porta che prima
nelle mie solitarie mi chiudevo alle spalle e che era l’unico tramite tra me e gli
affetti, adesso la lascio socchiusa, perché sento sulla pelle molto più di
prima il rispetto verso la montagna, verso me stesso e la mia vita, il rispetto
verso i miei figli e la donna che amo.
Non vi è e mai vi è stato un
approccio verso la montagna in termini di conquista o di volontà di vittoria,
tuttavia vi è e continuerà ad esserci un approccio di curiosità e scoperta e
ahimè forse di voglia di superare i miei limiti, di mettere alla prova le mie capacità
psico-fisiche, questo purtroppo lo devo riconoscere, ma rispetto a prima anche
in questo sto maturando un certo equilibrio.
Questa solitudine mi piace, forse
per diventare capace di abitare meglio il mio mondo e forse me stesso, non è
una fuga dalla realtà bensì un modo di estraniarmi dal mondo circostante, per
riscoprirmi. Perché alle montagne non posso mentire, esse non sopportano le
menzogne, al loro cospetto sono sempre e solo me stesso.
Osservo un paesaggio immerso nel
silenzio, un fiore mentre salgo, un animale selvatico incontrato all’aperto mi
donano delle emozioni che si tramutano in gioia interiore.
Nuvole lanose salgono dalle Valle
del Coscile e drappeggiano intorno a queste alte cime. Vorrei scendere verso il
“Balcone dei Grandi Pini”, ma questa
nebbia potrebbe crearmi problemi lungo i dirupi, meglio non rischiare e
scendere direttamente verso il “Belvedere”.
La solitudine di me stesso nella
natura mi affascina. Come posso riuscire a percorrere certi sentieri o certe
vie senza rimanere solo.
Ripenso alle preoccupazioni di Cesira
sul futuro, sui figli, sul lavoro, sul mondo e sulla società che ogni giorno si
avvia verso un punto di non ritorno, un ritorno che non ci sarà verso un mondo
più giusto e sincero, un ritorno verso un mondo più lento e semplice. Ogni
volta gli rispondo che a parte la preoccupazione di non avere una casa tutta
nostra credo che l’uomo di necessario nella sua vita abbia bisogno solo di un
po’ di cibo, del sonno e dell’Amore. Ed anche dei Sogni. Perché non bisogna mai
smettere di sognare. Non bisogna mai avere paura dei nostri sogni per quanto
pazzeschi possano essere. I sogni sono fuochi da tenere in Vita. Perché forse è
proprio la Vita stessa ad essere composta da tanti istanti di Sogno. E allora
continuiamo a cercare, facciamo sparire i forse perché quasi tutto in fondo
diventa possibile.
Credo che il giorno in cui non
potrò più salire su creste che puntano al cielo e camminare all’interno di
fitti boschi belli come lance lucenti al sole e come apparizioni fantastiche
dentro il ribollire di dense nebbie che celano ogni traccia di sentiero, quel
giorno già so che non mi basteranno i ricordi. La mia mente volerà lontano con
il corpo sopraffatto dallo zaino pesante degli anni. Di leggero ci sarà solo
l’alito del vento che continuerà ad accarezzarmi e chissà con un po’ di fortuna
potrò scrutare su creste ardite coloro a cui avrò cercato di insegnare il
giusto sentiero tra roccia e freddo, tra fatica e sudore, tra sogni ed
emozioni, tra paure e gioie per continuare a ricercare il sentimento del
sublime quello che ancora, spero quel giorno, non sarà andato perduto.
Filamenti di vapore lambiscono le rocce. Tra poco
mi avvilupperà la nebbia. Eccola arriva! Avanza leggera, mi inghiotte. In
questo istante senza tempo mi perdo.
Un cerchio è la Vita. Un cerchio di luce e
riferimenti. Disegni che danzano come frammenti di mondi nuovi da cercare. C’è
un silenzio straordinario. Aloni di movimenti.
Negli abissi della mia anima
sento che il male è degli uomini. E che il male è un concetto che la Natura non
conosce. Questa nebbia mi bagna dentro…mi fermo a cercare Dio…
2 commenti:
Condivido pienamente e ho rivissuto le stesse sensazioni.
Un abbraccio
Ricordo il ragazzo che ha appena toccato le rocce del Pollino su una cresta a lui sconosciuta... sono passati appena cinque anni ed è vivo il ricordo di quella giornata nella quale mi accompagnasti fin lì. Mi hai insegnato tanto e non vedo l'ora di poterla rifare. Hai fatto bene a proporla.
Ciao Fratello
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