4 dicembre 2011

Timpone della Capanna: intimi pensieri solitari da Ovest ad Est


Credo che nulla accada senza Amore e senza rispetto per se e per gli altri, questo andare da solo per montagne mi da tanta forza, tanto equilibrio. Per me è necessaria questa condizione per essere in armonia con gli elementi, con gli spiriti che abitano da sempre la montagna. Quando si è da soli e lì che si ritrovano le motivazioni più intense e la sicurezza nelle proprie capacità. 
Questo mio andare tra cieli immensi, silenzi e spazi infiniti è una medicina per l’anima, la mente e il mio cuore. Tuttavia devo riconoscere che da quando ci sono i figli, la porta che prima nelle mie solitarie mi chiudevo alle spalle e che era l’unico tramite tra me e gli affetti, adesso la lascio socchiusa, perché sento sulla pelle molto più di prima il rispetto verso la montagna, verso me stesso e la mia vita, il rispetto verso i miei figli e la donna che amo.
Non vi è e mai vi è stato un approccio verso la montagna in termini di conquista o di volontà di vittoria, tuttavia vi è e continuerà ad esserci un approccio di curiosità e scoperta e ahimè forse di voglia di superare i miei limiti, di mettere alla prova le mie capacità psico-fisiche, questo purtroppo lo devo riconoscere, ma rispetto a prima anche in questo sto maturando un certo equilibrio.
Questa solitudine mi piace, forse per diventare capace di abitare meglio il mio mondo e forse me stesso, non è una fuga dalla realtà bensì un modo di estraniarmi dal mondo circostante, per riscoprirmi. Perché alle montagne non posso mentire, esse non sopportano le menzogne, al loro cospetto sono sempre e solo me stesso.
Osservo un paesaggio immerso nel silenzio, un fiore mentre salgo, un animale selvatico incontrato all’aperto mi donano delle emozioni che si tramutano in gioia interiore.
Nuvole lanose salgono dalle Valle del Coscile e drappeggiano intorno a queste alte cime. Vorrei scendere verso il “Balcone dei Grandi Pini”, ma questa nebbia potrebbe crearmi problemi lungo i dirupi, meglio non rischiare e scendere direttamente verso il “Belvedere”.
La solitudine di me stesso nella natura mi affascina. Come posso riuscire a percorrere certi sentieri o certe vie senza rimanere solo.
Ripenso alle preoccupazioni di Cesira sul futuro, sui figli, sul lavoro, sul mondo e sulla società che ogni giorno si avvia verso un punto di non ritorno, un ritorno che non ci sarà verso un mondo più giusto e sincero, un ritorno verso un mondo più lento e semplice. Ogni volta gli rispondo che a parte la preoccupazione di non avere una casa tutta nostra credo che l’uomo di necessario nella sua vita abbia bisogno solo di un po’ di cibo, del sonno e dell’Amore. Ed anche dei Sogni. Perché non bisogna mai smettere di sognare. Non bisogna mai avere paura dei nostri sogni per quanto pazzeschi possano essere. I sogni sono fuochi da tenere in Vita. Perché forse è proprio la Vita stessa ad essere composta da tanti istanti di Sogno. E allora continuiamo a cercare, facciamo sparire i forse perché quasi tutto in fondo diventa possibile. 
Credo che il giorno in cui non potrò più salire su creste che puntano al cielo e camminare all’interno di fitti boschi belli come lance lucenti al sole e come apparizioni fantastiche dentro il ribollire di dense nebbie che celano ogni traccia di sentiero, quel giorno già so che non mi basteranno i ricordi. La mia mente volerà lontano con il corpo sopraffatto dallo zaino pesante degli anni. Di leggero ci sarà solo l’alito del vento che continuerà ad accarezzarmi e chissà con un po’ di fortuna potrò scrutare su creste ardite coloro a cui avrò cercato di insegnare il giusto sentiero tra roccia e freddo, tra fatica e sudore, tra sogni ed emozioni, tra paure e gioie per continuare a ricercare il sentimento del sublime quello che ancora, spero quel giorno, non sarà andato perduto.
Filamenti di vapore lambiscono le rocce. Tra poco mi avvilupperà la nebbia. Eccola arriva! Avanza leggera, mi inghiotte. In questo istante senza tempo mi perdo. 
Un cerchio è la Vita. Un cerchio di luce e riferimenti. Disegni che danzano come frammenti di mondi nuovi da cercare. C’è un silenzio straordinario. Aloni di movimenti.  
Negli abissi della mia anima sento che il male è degli uomini. E che il male è un concetto che la Natura non conosce. Questa nebbia mi bagna dentro…mi fermo a cercare Dio…


2 commenti:

Pollinofantastico ha detto...

Condivido pienamente e ho rivissuto le stesse sensazioni.
Un abbraccio

pellegrinodelpollino ha detto...

Ricordo il ragazzo che ha appena toccato le rocce del Pollino su una cresta a lui sconosciuta... sono passati appena cinque anni ed è vivo il ricordo di quella giornata nella quale mi accompagnasti fin lì. Mi hai insegnato tanto e non vedo l'ora di poterla rifare. Hai fatto bene a proporla.
Ciao Fratello

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