6 gennaio 2010

Nel caldo del mio Cuore

D’inverno le mie uscite cominciano sempre il giorno prima della partenza, quando da solo resto con i miei attrezzi, li preparo, li accarezzo, li lucido. Toccandoli mi piace sentirne i suoni, tenerne la forma tra le mani, a loro chiederò tutto durante la salita, cosciente che potrò chiedergli anche la vita.
Prima di coprire i ramponi con le protezioni di gomma con le dita ne sfioro i profili affilati, accarezzo le cinghie verifico se saranno pronte ad obbedirmi. Controllo la corda facendola scorrere tra le dita e riponendola nella sua sacca. Prendo la piccozza stringendola tra le mani, la sollevo alla luce inseguendone le pieghe fino a farla diventare una prosecuzione del mio braccio. Dall’involucro tolgo gli scarponi da ghiaccio, con la mano seguo la forma delle suole che ricalcano l’impronta dell’orso, li sento bramire sono pronte a varcare confini. Con movimenti precisi le setole della spazzola impregnate di grasso ammorbidiscono ed acquietano le mie calzature. Sono già concentrato. In questo momento i sogni prendono forma.

I sogni prendono la forma di ricami argentei che nel bosco ci sbarrano la strada lasciandoci addosso polvere di ghiaccio. Siamo in un mondo fatato. Il freddo fa sentire i suoi morsi. Ci muoviamo in un’atmosfera incantata. Il timido sole del mattino ci ha abbandonato, immensi tappeti di cenere bianca si avvicinano minacciosi. Sul costone privo di alberi il manto nevoso diventa più spesso, sprofondiamo. La cima è lassù avvolta e nascosta da tempestose lingue nere. Ci inoltriamo ancora nel bosco un piccolo saliscendi ci conduce al cospetto del “Gigante di pietra”. Lo aggiriamo a sinistra salendo una rampa di neve farinosa.

Ad ogni passo il manto nevoso cerca di nutrirsi di noi inghiottendoci quasi fino alla cintola. Prendiamo le piccozze. Sento il suono di turbini e spire, vapori si innalzano nell’aria, ululati terribili rendono titubante il mio andare, un ultimo ramo di marmo ghiacciato come uno scudo mi protegge prima del varco, guardo per l’ultima volta il Gigante incrostato di ghiaccio, nella sua immobile bellezza sembra voltarsi, le sue pieghe rocciose si muovono, la testa si gira e mi parla: “tra poco entrerai in un altro mondo, tanti sentimenti si agiteranno nel tuo animo, sii rispettoso della Vita e quando l‘Avversità vorrà annientarti credi nel tuo sogno e vivilo, sii forte e non dimenticare le persone che ti amano, loro sono nel caldo del tuo Cuore. Non farti tentare dalla spavalderia, la Natura punisce gli uomini inclini all’arroganza. Sii audace quanto basta per ricercare in te nuove conoscenze. Sappi che nel regno che attraverserai il sole non vive, attingerai il caldo dal tuo cuore poiché i sogni sono fuochi da tenere in vita. Molti esseri umani sognano ma non tutti riescono o sono disposti a vivere i propri sogni. In molti vi rinunciano intenti ormai ad inseguire ciò che non costa nulla, ciò che non esige nessuna fatica, nessun sacrificio. Gli esseri umani hanno ormai Paura di vivere, sono pochi coloro che quotidianamente comprendono la Gioia di vivere.
Quando sarai al cospetto delle “Pietre mutanti” ti sarà chiaro il fenomeno unico ed irripetibile della vita, ti ricorderai che anche tu sei stato un seme che non ha avuto fretta di germinare, l’acqua che dalla strada della terra ti ha nutrito muterà in ghiaccio vivo ed allo stesso modo ti farà amare il Bene ed il Male come unico elemento della stessa Esistenza. Va ora e ricorda: più sarai vicino al Cuore più sarai vicino all’essenza della Vita.”




Il Gigante era immobile, le sue pieghe rugose sembravano modellate da un enorme pollice. Il mio viso era segnato da rivoli ghiacciati, erano trascorsi pochissimi secondi ma quella visione me la ricorderò per tutta la vita. Mi volto verso i miei amici e urlo: “seguitemi miei prodi, seguitemi verso la Gioia”.
Supero il ramo ghiacciato e dai Cozzi dell’Anticristo mille diavoli dannati sembrano scappati nel vento. Ci frustano con nerbi di ghiaccio, ci pungono con freddissimi aculei impazziti nell’aria. Turbini di fuliggine bianca ci avvolgono. Restiamo aggrappati alla cresta come semi conficcati alla terra. Salvatore mio “Fratello” in un ardore di fuoco si lancia alla volta della dentellata lama ghiacciata, ne segue le effimere linee, asseconda le figure scolpite dal gelo. Luigi ci segue rapito da palpitazioni profonde. Salgo preda di allucinazioni, dentro di me la fiamma è ardentemente accesa. Come semi in un bozzolo di ghiaccio le “Pietre mutanti” ci vengono incontro, ricordo le parole del Gigante. Penso. “Ma certo il ghiaccio…devo essere come il ghiaccio…pronto a trasformarmi e a seguire le evoluzioni della Vita. Quando il ghiaccio si scioglie non fa altro che nutrire la pianta rigogliosa della Vita. Dal seme alla germinazione, dal periodo vegetativo alla fioritura, la maturazione dei frutti che spargeranno altri semi ed infine la senescenza.”



Sulla cima sollevo la piccozza ad un cielo che non c’è, ma nonostante questo ho imparato a trasformarmi e a seguire le evoluzioni della Vita, grazie alla Gioia di vivere continuo la mia fioritura contento di seguire i miei sogni, quei sogni che da piccolo mi hanno preso per mano e non mi hanno più lasciato e che giorno dopo giorno li conservo vivificanti nel caldo del mio cuore.
Da molti anni ormai, ad ogni primavera, sebbene lo zaino degli anni sia sempre più pesante mi reco ai piedi del Gigante, in questo luogo nascono le più belle fioriture del Pollino, non so come delle esili pianticelle riescano a trovare sostentamento tra le pieghe di quella grande roccia “vivente”. Genzianelle, polmonarie, campanule, margherite, anemoni e tanti altri, credo che questi fiori siano i sogni di chi non ha avuto più il tempo di viverli, sogni di Gioia spezzata di chi è dovuto partire troppo presto. Mi siedo e grato alla Vita prego in silenzio.


Alcune foto di questo post appaiono per gentile concessione del caro amico e "Fratello" Salvatore Franco.
La foto di gruppo appare per gentile concessione dell'amico Luigi Vincitore.
Grazie

7 commenti:

Turi ha detto...

Fratello, lo abbiamo letto con le lacrime agli occhi... E' un continuo crescere ed un continuo emozionarsi. Continua così e dai luce e sfogo a tutto quel che sei e che sto imparando a conoscere sempre di più.
Un forte abbraccio
Imma e Salvatore

naturagrezza ha detto...

mi hai fatto venire i brividi...

Anonimo ha detto...

resoconto che ha la dimensione della fiaba...perchè hai saputo ricreare un'atmosfera quasi irreale. continua così, continuiamo così. le vie della montagna sono soprattutto interiori e percorribili attraverso i sogni...
un caro saluto
indio

Pollinofantastico ha detto...

Sempre all'altezza ragazzi e poi la cresta affrontata nelle condizioni peggiori (o migliori?),dipende dai punti di vista no?
Bravi
Un abbraccio

Adalberto Corraro - Infopollino ha detto...

Peccato per domenica....mi sarebbe piaciuto tanto salire!!!
Comunque una breve uscita in solitaria l'ho fatta...
Alla prossima roby!!!!

Anonimo ha detto...

Complimenti. Sempre ricchi di significato i tuoi racconti.

Viaggio nel Pollino ha detto...

la tua forza della tua poesia è in perfetta armonia con la bellezza della natura in cui hai vissuto la tua avventura. complimenti.

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