25 agosto 2018

Il senso dello stupore...


Il senso dello stupore è il dono più prezioso che riceviamo quando nasciamo. Ad ogni bambino spetta di diritto. Guai a perderlo, altrimenti la Vita sarà incolore e piatta. Il senso dello stupore è quell’esperienza oltre la quale brilla un mondo inesplorato, il cui orizzonte sfuma perennemente davanti al nostro lento avanzare.
La montagna mi ha preparato per andare più lontano. La montagna per me è stata sempre fonte di felicità e spero che lo sarà per sempre. La montagna per me è stata fonte di preziosi insegnamenti e grandi consolazioni. Chi va in montagna riesce a captare meglio certe cose, riesce ad arricchirsi interiormente.
I pini loricati ci vengono incontro come spettri in una atmosfera carica di silenzio. C’è una quiete che diventa mistero, una bellezza solitaria a tratti malinconica, quella del Pollino, mentre l’odore della resina penetra la nostra anima.
I grandi silenzi del Pollino mi hanno sempre raccontato le cose più belle, l’avventura è anche saper guardare dentro noi stessi, per scoprire chi realmente siamo e che cosa vogliamo.
In un crescendo di Vita e di sole che cattura sogni, emozioni, paure e gioie, la nostra felicità trabocca di luce. I profondi silenzi, le grandi solitudini liberano dall’ansia e dall’angoscia di arrivare.
Ebbri di gioia stiamo sulla vetta agognata in contemplazione e raccoglimento.
Daniele e Federica si allontanano a fare foto. Lascio a loro questa esperienza intima, personale, con se stessi e con l’ambiente che li circonda. Io resto solo. Il mio cuore sorride in silenzio. Penso agli uomini che hanno vissuto quassù ad inseguire albe e tramonti, penso che anche loro, tra stenti e miseria, non siano stati insensibili a tanta austera bellezza, a questa atmosfera di mistero originario. Il tempo pare rallentato. Mi godo questa lentezza, mi godo la mia libertà.
Sto bene qui, lontano dal brusio di inutile parole, in quest’angolo solitario e recondito, uno spettacolo fatto di silenzio e profumi, emozioni intense, irripetibili.
Salutiamo la cima passando in mezzo ad un grande cimitero di pini loricati. Nuove emozioni ci assalgono, respiriamo a pieni polmoni un’aria carica di odori pregni di umidità e di erba profumata.
Cerchiamo nella luce del cielo un soffio di leggerezza, un attimo di pace da portare in fondo al nostro grande silenzio.
Il senso dello stupore ci fa sentire uniti a qualcosa di grande, è stato così per tutti quelli che ho accompagnato tra questi luoghi. Lo stupore diventa una vibrazione benevola tra noi e la montagna, a volte con timore ci fa sentire grati, appagati e felici. Riappropriandoci del senso dello stupore si sanano le ferite del giorno prima. Nella solitudine dei monti del Pollino, nel respiro estivo delle sue pendici, nel sole radioso delle sue altezze, nell’acuto profumo resinoso dei loricati. Nel sapore dell’acqua di sorgente ascoltando una voce. Nella promessa della vetta. Vite comuni. Vite segrete. Qua devi venire, se vuoi essere solo con te stesso.

Alla scoperta di nuove sensazioni, respiro il profumo della resina. Respiro il magnifico incenso delle altitudini Polliniane.
Tra odori di muffa e profumi di foglie bagnate il bosco ci consegna emozioni che spalancano le porte alla meravigliosa bellezza di una rosalia alpina.
La montagna mi ha reso felice, continua ad ispirarmi a sognare in un’epoca in cui non ci è più concesso sognare.

Nessun commento:

Posta un commento