24 luglio 2018

Vibrazioni solitarie

Nel fruscìo delle foglie, nell’odore acre del sottobosco, divento parte della natura ed in me si risvegliano emozioni ataviche che solo con le solitarie riesco a scoprire e provare. Il mio è un ritorno all’inizio della vita, una trasformazione, come riassaporare tutto dal principio, scoprire dentro di me un altro individuo, arrivare dove prima non ero riuscito, scoprire capacità che non sapevo di avere. 
Come tutte le storie della natura anche quella dei pini loricati è una storia di vita e di morte, di magia e mistero tra crinali e valli che si inseguono. Sul contrafforte sud-est di Serra delle Ciavole il vento è forte, mai ho visto i pini loricati ondeggiare al sole come canne. Un brivido percorre la mia schiena quando salgo tra questi giganti arborei e chiazze di ginepri prostrati al vento, intimorito nel disturbare questo luogo mentre il vento si insinua tra i rami e le rugose radici affioranti producendo uno strano ululato che rapisce il pensiero. 
Su questo pezzo di terra trafitto dalle folate resto fermo, immobile ad ascoltarmi dentro. Divento anch’io una pianta millenaria, salgo e ridiscendo in questo viaggio nel tempo, la mia pelle-corteccia ascende la vetta della mia interiorità, scalo la mia intima conoscenza fatta di solitudine cercata e sentimento per il bello ed il sublime. Tutto è imponente e bellissimo. Sono in balia del mio cuore, tra emozioni e stati d’animo che non mi danno un attimo di respiro. Vivo un momento che non si ripeterà più, perché ogni momento non è mai uguale ad un altro, in una solitudine estrema sperdo le mie ansie al vento. 
Credo che riuscire a vivere la montagna in solitaria sia un privilegio concesso a pochi e che nel vivere questa condizione ci sia un qualcosa di mistico e trascendentale. Per me la solitudine è una meravigliosa conquista forse per altri resta una tremenda condanna. Amo la solitudine e l’andare in montagna in solitaria, ma devo ammettere che non mi sento un uomo solo. 
E’ un mondo magico quello delle solitarie, un mondo dove tutto si dilata e dentro di te si aprono sentieri sconosciuti tutti da esplorare. Un mondo duro e difficile dove a contare sei solo tu ed i sensi perché tutto da un momento all’altro può superarti. Un malore, una slogatura, una pietra che viene giù, una scivolata, perdere i sensi, forse in queste incognite è nascosta la chiave di tutto. 
Siamo noi che diamo un senso alle montagne. Le montagne sono sempre le stesse. Siamo noi che cambiamo quando ritorniamo da un’escursione scoprendo veramente noi stessi. Quando vado in solitaria mi trasformo, sono solo con le mie paure, con le mie lacrime, con le mie gioie. Sono solo con le mie passioni ed i miei amori. Sono solo, circondato da vibrazioni che mi è difficile descrivere a parole, una dimensione fatta di fatica e di sudore, il Cuore da cui tutto dipende. 
Quello che qui ha senso è ciò che non si vede. Seduto su un masso all’ombra di un pino loricato penso molto agli affetti, a questo richiamo incombente, reale. Non vivo solo ma sono responsabile verso la mia sposa, i miei figli, i miei genitori. Forse esiste un rifugio più dolce, più buono dell’ambiente severo della montagna ed è quello dell’amore verso le persone a cui si vuole bene. Faccio il mio esame di coscienza mangiando pane e pomodori. 
Il mio andare in montagna è soprattutto ricerca, andare oltre la vetta, misurarsi, cercare se stessi. L’importante è salire. Interiormente. Sentire quelle intime vibrazioni che in molti anni hanno prodotto un buon numero di esperienze emozionali. 
L’avventura è ancora possibile tra le nostre montagne, basta saperla cercare, basta saper godere di quella solitudine che ti fa sentire parte vibrante della Natura.
Il Pollino mi ha dato molto. Molto resterà del Pollino nel mio Cuore.

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